2019 | Roero
Progetto culturale “Sentieri dei Frescanti”
Roero da scoprire…
I “Sentieri dei Frescanti” sono percorsi che attraversano il territorio del Roero e abbracciano oltre sette secoli di arte e storia, svelando una serie di affascinanti e preziosi affreschi dipinti tra il X ed il XVIII secolo.
Un museo artistico diffuso unico nel suo genere e nel panorama culturale piemontese.
Castelli, chiese cittadine, cappelle campestri che furono un tempo asilo e protezione per i pellegrini sono oggi raggiungibili a piedi o in bici, alla scoperta di un territorio dal grande e complesso passato artistico.
I “Sentieri dei Frescanti” abbracciano oltre sette secoli di arte e storia svelando una serie di affascinanti e preziosi affreschi dipinti tra il X ed il XVIII secolo nel suggestivo territorio del Roero.
Motore di tutto è la volontà comune di far conoscere le ricchezze architettoniche e artistiche del Roero, attraverso la costruzione di una “rete” strutturata e funzionale a promozione del patrimonio storico e artistico del territorio.
CASTAGNITO
Cappella di San Bernardo
Un affresco che cela un enigma irrisolto, in una piccola e preziosa cappella
La cappella di San Bernardo a Castagnito sorge alla sommità di un antico percorso fra le valli del Tanaro e del Borbore. Una prima costruzione nacque per offrire ai viandanti un punto di riferimento fisico e spirituale in un tratto di strada così erto e instabile. L’edificio attuale, realizzato nel 1736 su progetto dell’avvocato Giovanni Carelli di Castagnito, è un raffinatissimo esempio di architettura barocca piemontese, e cela al suo interno un enigmatico affresco.
CASTELLINALDO D’ALBA
Cappella di San Servasio
Un antico luogo di culto dalle origini misteriose.
L’atmosfera pacifica della collina ed il suo meraviglioso affaccio verso Sud possono facilmente far immaginare che, in un tempo lontano, questo altare naturale venisse visitato per vegliare i boschi e i panorami sottostanti. In seguito il sito divenne sede di una cappella dedicata a San Servasio, vescovo di Tongres del IV secolo, celebre per la sua lotta contro l’eresia Ariana. Ha mantenuto la sua atmosfera quieta e riflessiva e al suo interno due deliziosi cicli di affreschi cinquecenteschi.
CERESOLE D’ALBA
Affreschi dalla Cappella della Madonna del Buontempo
Santi taumaturghi e tracce di soldati imperiali: pregiati affreschi del Cinquecento nella piana di Ceresole d’Alba.
Nella sala di rappresentanza del Comune di Ceresole d’Alba possiamo ammirare sei affreschi del XVI secolo strappati dalle mura della cappella della Madonna del Buontempo. La cappella campestre, ora in rovina, è situata sulla piana della cittadina verso Carmagnola, e fu fatta ricostruire dal nobile Filippo Roero nel 1490. Gli affreschi raccontano antiche storie di santi taumaturghi, invocati dalla popolazione locale contro le pestilenze e le guerre che ne flagellavano il territorio.
GUARENE
Oratorio della Confraternita della Santissima Annunziata
Maestosi affreschi settecenteschi che giocano con le prospettive, per sedurre lo sguardo in una vertigine di finte architetture.
Lo splendido Oratorio della Confraternita della SS. Annunziata di Guarene è un pregevolissimo esempio di architettura sacra piemontese del primo Settecento in stile Barocco: fu ricostruito tra il 1699 ed il 1713 su progetto del conte Architetto Francesco Rachis di Carpeneto. Alzando lo sguardo e ammirando la volta a cupola restiamo quasi senza fiato, colpiti dall’intensa maestosità degli affreschi e delle prospettive, in grado di dilatare lo spazio e proiettarci verso il cielo.
MAGLIANO ALFIERI
Cappella gentilizia del SS. Crocifisso
La cappella preferita dalla madre di Vittorio Alfieri, fra maestosi trompe l’oeil e vertiginosi Angeli in cielo
Saranno le prospettive trompe l’oeil degli affreschi settecenteschi attribuiti all’Operti, sarà il graziosissimo stile Barocchetto. O sarà la bellezza in cui ci si può immergere alzando lo sguardo verso il soffitto della navata, ricco di simboliche e maestose decorazioni, fra cui un Angelo che mostra la Sacra Sindone: quando entriamo in questa splendida cappella nella residenza castellana dei Conti Alfieri siamo stupefatti già dopo i primi passi e il primo sguardo.
MONTICELLO D’ALBA
Cappella di San Ponzio diacono
I più antichi affreschi del Roero, testimoni di un lontano passato
Nella quiete del cimitero di Monticello, ciò che resta dell’antica chiesa parrocchiale racchiude un segreto ben custodito: quattro affreschi antichissimi, testimoni di un passato lontano caratterizzato dall’essenzialità delle linee e dalle forme semplici. San Ponzio, Sant’Eligio, la Crocifissione e la Madonna con il Bambino ci raccontano le storie di operosi santi orafi e diaconi cartaginesi, mentre, calati nell’atmosfera medievale, riflettiamo sul mistero del sacrificio di Cristo.
SANTO STEFANO ROERO
Chiesa di San Michele Arcangelo
La chiesa di una “villa” medievale perduta, con preziosi e inediti affreschi barocchi
Posta sulla sommità di una collina del territorio di Santo Stefano Roero, la chiesa di San Michele Arcangelo sovrastava il borgo perduto di Anterixio, prima della sua distruzione ad opera delle truppe astigiane. Fu ricostruita dagli abitanti del luogo a proprie spese nel 1729, e le sue volte ospitano meravigliosi e inediti affreschi settecenteschi.
SANTA VITTORIA D’ALBA
Oratorio della Confraternita di San Francesco d’Assisi
La Passione di Cristo, fra narrazione popolare e tradizione sacra, in un racconto emozionante lungo oltre trenta metri
L’Oratorio della confraternita di San Francesco d’Assisi a Santa Vittoria d’Alba racchiude un prezioso ciclo di affreschi del 1490-92, meravigliosamente unico nel panorama locale: il racconto profondamente intenso della Passione di Cristo, sviluppato in un totale di 34 metri, suddiviso in diciannove scene di bellezza rara.
VEZZA D’ALBA
Santuario della Madonna dei Boschi
Chi fu il “Maestro” che dipinse quest’affresco misteriosamente celato alla vista?
Il Santuario della Madonna dei Boschi, situato sulla sommità di una collina, custodisce nel sottotetto un preziosissimo affresco tardogotico dell’Annunciazione. Un’opera di origine ancora ignota, quasi sicuramente commissionata dalla famiglia dei Roero nell’ultimo quarto del secolo XV. É stato restaurato nel 2003, ma risulta ancora celato e di difficile accesso, fatto che arricchisce di atmosfera quasi misteriosa la sua visione.