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Biodiversità urbana

La città, storicamente, nasce da un’esigenza di ottimizzazione.

Con questa affermazione non intendiamo far rabbrividire gli Urbanisti, che saprebbero argomentare in modo molto più esteso e documentato, ma provare a semplificare il concetto che secondo noi sta alla base del vivere contemporaneo.

Ottimizzare” attraverso la “condivisione” è la base del vivere urbano; questo aspetto può avere uno sviluppo meramente funzionale o può condurre alla nascita di vere e proprie comunità. I luoghi condizionano i modi di vivere e predisporre i giusti spazi, prima che ci si insedi, ne segna i destini.

Quando parliamo di predisposizione di spazi non intendiamo solo la creazione di nuovi ambiti, oggi la vera sfida risiede nell’adattamento dell’esistente.

Oggi il rischio dei contesti urbanizzati risiede nel mono-culturalismo e cioè nell’ostinazione a replicare dei modelli consolidati, interpretandoli come elementi di identità.
Non è così.
I temi della convivenza tra culture si mescolano con quelli della coesistenza di ecosistemi che nella mediazione, lontano da arroccamenti e fondamentalismi, dovranno trovare dei punti di sintesi.

Accettando che gli elementi antropici entrino anche nella presenza di quelli naturalistici (la natura “vera in città non esiste) dovremo sperimentare nuovi equilibrii tra presenze umane ed altre vegetali-faunistiche. Quelli che nella nostra progettazione chiamiamo “corridoi verdi” ci porteranno verso questo obiettivo.

L’idea che i contesti urbani debbano essere “alternativi” all’ambito rurale è il vero concetto da superare!

Nell’immagine: un’idea di StudioEco per la riqualificazione di un ambito urbano attraverso la realizzazione di una parete verde verticale

Integrare la ruralità!

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