Quest’estate ci troveremo a fare i conti con l’emergenza siccità.
Già si leggono le prime notizie che ci riferiscono di gravi problematiche per il mondo agricolo e primi accenni alla futura esigenza di regimazione del consumo idrico per preservare le scarse quantità disponibili.
Il clima cambia, ormai è un dato di fatto, e le ciclicità stagionali a cui eravamo abituati stanno subendo variazioni sensibili; i cambiamenti climatici, dichiarati ormai inevitabili, hanno aperto ad approcci di resilienza e circolarità delle risorse.
Come studio di progettazione non amiamo particolarmente il concetto di resilienza perchè ha, per noi, il sapore della resa. Un tema progettuale sarà il contrasto ma soprattutto la gestione di alcuni cambiamenti che sono o saranno sempre più oggettivi.
StudioEco cerca di sviluppare i temi della circolarità e trovarne applicazione nei propri interventi progettuali; il tema del recupero delle acque piovane si accompagna a quello di limitare le impermeabilizzazioni del suolo.
Quando per normativa è prescritto di separare il terreno dai piani di finitura (per alcuni utilizzi il terreno deve essere “protetto” da possibili contaminazioni) cerchiamo sempre di non andare a trattare l’acqua come se fosse un rifiuto. Questo per correttezza concettuale (l’acqua è vita) ma anche per finalità molto concrete.
L’acqua, se intubata e smaltita, genera ulteriori problematiche di regimazione e gestione dei corpi idrici. Cerchiamo di captarla, ripulirla e riutilizzarla in loco per funzioni consone ad esempio per finalità irrigue, con il mantenimento di verde pubblico o funzionale.